L’arte e il bagno, l’analisi di La stanza blu di Picasso

Ceramica Flaminia approfondisce ogni settimana il tema dell’arte e il bagno mediante i dipinti di alcuni grandi artisti come ad esempio: Tintoretto, Frida Kahlo, Botero e anche l’esponente della Pop Art Roy Lichtenstein. Ognuno di questi artisti ha dipinto almeno un quadro dove è rappresentato il bagno, come ambiente intimo e privato dove l’artista sceglie di portare l’attenzione del suo pubblico.

Questa settimana Ceramica Flaminia scopre La Stanza blu di Pablo Picasso, uno tra i più grandi e influenti artisti del XX secolo.  Come è noto l’artista durante la sua carriera ha cambiato numerosi stili pittorici, affinando di volta in volta la sua tecnica. Il dipinto La Stanza blu, fu realizzato nel 1901, ovvero all’inizio del cosiddetto “periodo blu”: infatti tutte le opere che Picasso realizzò in questo periodo sono realizzate con i toni del blu e del turchese e solo in rari casi adoperò altri colori per vivacizzarne la resa. Questo fu definito come il periodo più cupo dell’arte di Pablo Picasso. All’interno delle sue opere venivano rappresentati poveri, sfruttati, emarginati, dipinti in ambienti decadenti e umili.

La Stanza blu ritrae una figura femminile nuda e con i capelli raccolti e ricurva su se stessa. La donna è ritratta al centro di una bacinella molto grande, intenta a lavarsi. Dietro all’apparente quotidianità del gesto, il dipinto in realtà nasconde un segreto. Ruotando l’opera di 45 gradi verso destra, e soffermandosi in un’attenta analisi con gli infrarossi si potrà scorgere un dipinto nel dipinto.

Gli esperti della National Gallery of Art della Cornell University hanno rilevato l’immagine di un uomo barbuto con giacca e papillon che sembrerebbe indossare tre anelli. Probabilmente l’uomo nascosto nel quadro La stanza blu è Ambrogio Villard, il mecenate di Picasso.

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